Tumore ovarico
Cosa sapere sul tumore ovarico
Il tumore ovarico si sviluppa nelle ovaie, i due organi posti a destra e sinistra dell'utero che hanno la funzione di produrre gli ormoni sessuali femminili e gli oviciti (le cellule riproduttive femminili).

È una delle neoplasie femminili più aggressive e la diagnosi precoce è fondamentale.
Infatti, rappresenta uno dei big killers tra le neoplasie ginecologiche, al decimo posto di tutti i tumori femminili.
In Italia, nel 2022, sono state stimate circa 6.000 nuove diagnosi.
Le forme benigne di questa neoplasia hanno la caratteristica di non svilupparsi al di fuori delle ovaie e quindi di non produrre metastasi. Nel caso di tumori maligni, invece, le cellule tumorali possono andare a colpire i tessuti e gli organi adiacenti o lontani.
EREDITARIETÀ
Secondo i dati della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO), una percentuale compresa tra il 6 e il 25% circa dei tumori maligni dell'ovaio presenta una mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2. Il rischio di sviluppare un tumore ovarico aumenta del 15-45% nelle donne che hanno ereditato una mutazione in BRCA1 e del 10-20% circa in quelle che hanno ereditato una mutazione di BRCA2.
FATTORI DI RISCHIO
- età: la maggior parte dei casi viene identificata tra i 50 e i 69 anni;
- obesità
- fattori endocrini (nulliparità, infertilità, prima gravidanza dopo i 35 anni, menarca precoce, menopausa tardiva) legati alla stimolazione ovarica;
- familiarità (storia familiare positiva per carcinoma ovarico o pregresso tumore colico, endometriale o mammario);
- fattori genetici legati alla presenza di un'alterazione di uno tra i due geni BRCA 1 e BRCA2 e, più in generale, al deficit di ricombinazione omologa (HRD), uno dei meccanismi di riparazione cellulare del DNA che predispone a un rischio incrementato di sviluppo di tumori ovarici, mammari e altre neoplasie. Secondo molte società scientifiche il test BRCA e il test HRD sono consigliati a tutte le donne con diagnosi di tumore ovarico, indipendentemente dall'età e dalla storia familiare.
SINTOMI
Si tratta di un tumore insidioso proprio per la difficoltà di conoscerne i sintomi. Non esiste, infatti, un elenco preciso dei campanelli di allarme cui prestare attenzione. Nelle prime fase dello sviluppo il tumore è asintomatico, mentre nelle forme già avanzate si possono manifestare:
- Gonfiore addominale;
- Meteorismo (presenza di aria nella pancia);
- bisogno frequente di urinare;
- dolore addominale o pelvico;
- sanguinamento vaginale;
- stipsi e/o diarrea;
- sensazione di estrema stanchezza.
Molti di questi però sono sintomi riconducibili anche ad altre patologie.
CHE COSA FARE?
Diagnosi precoce e prevenzione sono le prime armi per combattere questa neoplasia. Tuttavia, non esistono, al momento, programmi di screening scientificamente affidabili per la diagnosi precoce del tumore dell'ovaio. Per questo motivo è importante sottoporsi a visite e controlli periodici: una visita annuale dal ginecologo che esegue la palpazione bimanuale dell'ovaio e l'ecografia transvaginale di controllo possono facilitare una diagnosi precoce. In caso di sospetto, il medico può prescrivere ulteriori analisi, come una biopsia o una TAC. Se all'interno del proprio nucleo familiare ci sono altre donne che hanno sviluppato questo tumore, o un tumore al seno o dell'utero, è importante parlarne con il proprio medico per valutare la necessità di un consulto oncogenetico.
TRATTAMENTI
Il percorso terapeutico del tumore dell'ovaio deve essere discusso con il proprio medico. In generale, il trattamento di elezione per il tumore dell'ovaio è la rimozione chirurgica del tumore, che può essere effettuata con procedure diverse.
La chemioterapia può essere indicata sia dopo l'intervento chirurgico, sia come primo trattamento se la chirurgia non è opportuna.
In aggiunta alla chemioterapia, come terapia di mantenimento, possono essere impiegate terapie a bersaglio molecolare (farmaci angiogenetici inibitori di PARP). Inoltre, sono in corso studi clinici per la sperimentazione di altri farmaci biologici.
